Libro 3: seconda edizione

La Sciagura di Uragada è di nuovo disponibile su Amazon, nella seconda edizione. In questi giorni il libro è stato revisionato da Francesca Ghiribelli , con la quale abbiamo deciso di apportare anche delle piccole aggiunte. In sostanza, oltre a rendere il testo più scorrevole e privo di errori, ho modificato i seguenti punti: - Ziran DoppiaSaetta ha avuto un piccolo approfondimento psicologico. Non era un mio personaggio principale, ma lo è diventato per esigenza narrativa. L’avevo lasciato ai margi intenzionalmente, eppure, come capita spesso a noi scrittori, i personaggi fanno ciò che gli pare e quindi Ziran si è preso più spazio di quanto io avessi deciso. Quindi era giusto dare una piccola occhiata nella sua testa. - Krista Uno dei capitoli che la riguardano (Filtro d’Amore), lo avevo inserito per ultimo, appena finito il libro, rendendomi conto che lei, al contrario di Ziran, era fondamentale per la trama. Non faccio spoiler, quindi non posso spiegare qui le mie aggiunte nei capi

Perché ho scelto il Self Publishing

La prima volta che ho provato a scrivere una vera e propria storia intesa come libro, e non semplici racconti  sulle pagine di antologia durante le lezioni noiose alle medie, era quando avevo 14 anni.

Avevo creato un grande mondo, con sette pianeti e sembrava logico creare una saga, altrimenti che ci stavano a fare? L’ho fatto per passare il tempo, ma intanto ero curiosa. Cercai informazioni su come fosse possibile diventare scrittore.

Parlo del 2003/2004, credo. Ho scoperto l’esistenza delle case editrici (o almeno capito il loro senso). Tuttavia, a seguito del successo di Harry Potter, nessuna sembrava voler avere a che fare con fantasy nuovi, che non sarebbero stati all’altezza. Pareva che “sto” fantasy fosse maledetto. Lo spazio sugli scaffali era strettamente riservato ai grandi nomi e... a Harry Potter.

Chi desiderava inviare il manoscritto, non poteva farlo per email, ma tramite posta. La risposta poteva arrivare non prima dei tre mesi, ma all’epoca per me parevano 3 anni. In genere, non c’era una risposta, a detta di coloro che ci avevano provato.

Insomma, a mio parere, non ne valeva la pena. Non avevo che l’inizio di una storia ancora troppo confusa nella mia mente. Scrivevo per passarmi il tempo, non mi ci dedicavo più di tanto e quindi lasciai perdere.

Poi le cose sono cambiate. Nel 2018 avevo provato a scrivere qualcosa di serio, autoconclusivo, breve, ambientato in un solo pianeta. Così è nato il primo libro. Ed era finita lì. L’ho riletto più e più volte e continuava a piacermi, ma proprio tanto.

2020. Decido di pubblicarlo, quindi mi aggiorno sul discorso case editrici. Scopro delle novità:

-Sono nate un centinaio di nuove CE dedicate proprio al fantasy.

-Esistono gruppi su gruppi di facebook per Scrittori Esordienti.

-Si può inviare il manoscritto tramite email.

-Non sono più 3 mesi di attesa, ma minimo 6.

Insomma, sembra tutto molto più semplice. Persino l’attesa, ora che sono grandicella, non sembra tutto sto gran problema.

E invece no.

Prendo gli indirizzi di 20 case editrici specializzati in fantasy, nomi grandi e nomi piccoli.

“Non accettiamo fantasy, per il momento”.

Come scusa? Nasci per il fantasy, ma non lo accetti? Ok...

“Vogliamo solo inediti”.

E qui ci sto tutta. Il mio libro è stato letto da ben 4 persone, una sono io.

Insomma, dei venti nominativi rimango con cinque in mano. Procedo, ormai sono determinata a provarci.

Prima CE.

Il manoscritto deve essere formattato con il carattere PincoPallino di 16mp.

Su un foglio formato A4? Ma sei sicuro? Contenti voi, contenti tutti. Mi chiedete così e io così faccio.

Prendo il libro, seleziono tutto, cambio carattere e dimensioni (5 parole per un righe, lunghezza: 500 pagine. Erano 74), oh, pazienza. Salvo, invio.

Seconda CE.

Vogliamo la sinossi e i primi due capitoli.

Mannaggiaaa la sinossi! Poco male. A libro già scritto è una passeggiata. Scrivo, salvo, prendo due capitoli, apro un nuovo documento, incollo, salvo, s’impalla il pc. Riavvio, aspetto, chiudo tutto, riapro. Ok inviato.

Terza CE.

Biografia, solo il primo capitolo e sinossi.

Ma per forza la biografia? Ma magari si fa dopo, no? Vedete sto benedetto libro se vi piace, che vi frega di me. Ok, scriviamo due righe, alleghiamo la sinossi. Riprendo il file con i due capitoli, ne cancello uno... oh ma così hai il prologo mica il primo capitolo. Cancella, rifai tutto, pc morto. Insomma e pure questa è andata.

Ora, ho sudato per inviare il tutto a solo cinque CE. Pensa se lo avessi fatto con tutte e venti! Mi sono trovata dieci, non scherzo, copie della storia sul pc. E qui mi arrendo.

Mi arrendo per tanti motivi. Per esempio, capisco che voi abbiate le vostre richieste, care CE, ma mettetevi pure nei nostri panni che dobbiamo levarci la vita a suon di documenti copia/incolla, taglia, salva. Ho impiegato l’intero pomeriggio a fare sta cavolata per poi non ricevere nemmeno la risposta, probabilmente? E ne vale la pena?

Un’altra cosa mi fa un po’ rabbia, ma è un mio parere personale. Se il lavoro della casa editrice è proprio quello di correggere, revisionare, migliorare ecc, allora io mi aspetto che il mio manoscritto (sì, con i refusi e i verbi sbagliati!) debba essere letto per coglierne il potenziale. Devi capire se la “storia” esiste, funziona o potrebbe funzionare. Se tutto il lavoro lo devo fare io, dalla revisione all’impaginazione, allora tu che ci stai a fare? Pago un pubblicitario se è solo questo che mi serve.

Sì, per carità, capisco che sia giusto sistemare al meglio il proprio lavoro. Eppure non me lo tolgo dalla testa. Come se andassi da un pasticcere a comprare una torta per ricevere gli ingredienti e farmela a casa.

Perché poi, dico io, se volessi fare la scrittrice, vuol dire che ho delle storie nella testa, delle idee. Non sono un editor, non deve essere compito mio. Sì, devo avere delle basi grammaticali, ma proprio l’editor potrebbe aiutarmi in questo. Che pensaci, ci sono cantanti che non hanno mai scritto mezza canzone, ci sono autori che lo fanno per loro. I politici, bravissimi oratori, ma sempre altri scrivono i loro discorsi.

Perché si “esige” la perfezione? Allora, cara mia CE, qual è il tuo lavoro DIETRO a un libro? Togliere due refusi e spostare due capitoli? Allora scusami, ma pago qualcuno che lo faccia o me lo faccio da sola. Ti devo pure dare una bella percentuale, e ci sta tutta, ma se lo facessi da sola, sta percentuale mia sarebbe più grossa!

Ora, io non sono contraria alle CE, anzi. Rispetto il lavoro che fanno, quando lo fanno. Le mie considerazioni sono nate quando, dopo aver inviato il manoscritto, mi sono chiesta se valeva la pena di aspettare, anche solo di capire se la storia funzionava.

Qui mi è venuta l’idea. Sì, sono troppo impaziente. Vado su un gruppo facebook e invio la storia a una decina di persone. Mi risponde la metà: la storia piace. Gli altri si saranno persi.

Pubblico da sola per diverse ragioni, complice il destino:

-Mi rompo il gomito. Malattia per 6 settimane. Non posso scrivere con una mano.

-Correggo e revisiono l’intero libro.

-Ho imparato a usare Photoshop a 15 anni. La copertina me la posso fare da sola.

-Il web lo adoro, capire come funziona Amazon è una passeggiata.

-Approfitto della malattia per sistemare il secondo libro. Revisiono, salvo, lo passo alla mia Beta Reader preferita (L.), seguo le sue dritte e finisco il secondo libro. Sono già al lavoro sul terzo.

Così è andata. Non è stata proprio una scelta, ma un approfittare del tempo. Per il momento, per quanto sia migliore essere pubblicati da una casa editrice che ti toglie un LAVORONE, penso che il Self sia una buona alternativa.

I pro? Beh, pubblichi quello che vuoi e guadagni una percentuale fino al 70% del prezzo di copertina. Nessuno ti toglie la soddisfazione, vada come vada, di aver fatto tutto da sola. Sì, anche cercare figure professionali, cosa che io non ho fatto per forza “maggiori” (leggi: malattia a tempo indeterminato).

I Contro? Fai tutto da solo. Scrivere, se siete come me, è una cavolata. In due settimane nasce un libro. Correggere, revisionare, individuare i refusi è una tortura, impieghi il doppio del tempo. Se non sai usare un programma grafico e non sai rispettare il copyright delle immagini, rischi di creare una copertina banalissima (uguale ad altri 1000 libri) o incappare in una denuncia con i fiocchi! Dovrai scrivere la biografia, la quarta di copertina e, per quanto sembri facile, se non sei del mestiere, diventa molto, molto arduo.

Ultimo tasto, il più dolente: la pubblicità. Se fai spam, sei odiato e non ti considera nessuno. Amazon non ti fila manco di striscio. I gruppi Facebook sono così pieni di “leggete il mio libro” che tutti scorrono manco avessero visto il Coviddì in persona. Su Instagram rimbalzano gli stessi titoli da un profilo a un altro, come se fosse una gara “chi non lo ha letto è sfigato”. La verità? Gli esordienti hanno campo bruciato.

Eppure io ci provo. Tanto dalle CE mi è giunta una sola risposta, per adesso:

“Tra due anni prevediamo la chiusura, ma se volessi una figura professionale, per revisionare, correggere, copertina e gne gne, allora contattaci che a suon di duecento euro ti facciamo tutto”.

Grazie, grazie davvero per la gentile risposta. Tuttavia, desideravo capire da questi “professionisti” se la mia storia fosse bella anche fuori dalla mia testa. Così magari, avrei rischiato e investito qualche soldo. Se così non è, no. Magari investo il mio tempo. Magari in futuro, se mai ci guadagnerò qualcosa, allora chiamerò un team a fare il lavoro “noioso”.

Oggi no, cara mia CE. Oggi vado a scoprire da sola se ne varrà la pena.

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