Libro 3: seconda edizione

La Sciagura di Uragada è di nuovo disponibile su Amazon, nella seconda edizione. In questi giorni il libro è stato revisionato da Francesca Ghiribelli , con la quale abbiamo deciso di apportare anche delle piccole aggiunte. In sostanza, oltre a rendere il testo più scorrevole e privo di errori, ho modificato i seguenti punti: - Ziran DoppiaSaetta ha avuto un piccolo approfondimento psicologico. Non era un mio personaggio principale, ma lo è diventato per esigenza narrativa. L’avevo lasciato ai margi intenzionalmente, eppure, come capita spesso a noi scrittori, i personaggi fanno ciò che gli pare e quindi Ziran si è preso più spazio di quanto io avessi deciso. Quindi era giusto dare una piccola occhiata nella sua testa. - Krista Uno dei capitoli che la riguardano (Filtro d’Amore), lo avevo inserito per ultimo, appena finito il libro, rendendomi conto che lei, al contrario di Ziran, era fondamentale per la trama. Non faccio spoiler, quindi non posso spiegare qui le mie aggiunte nei capi

Self Publishing: prime (amare) impressioni

Ho pubblicato, ufficialmente, il primo libro quasi un mese fa. Sembra poco tempo, ma sufficiente per chiarirmi le idee riguardo l’auto pubblicazione.

Mi aspettavo delle difficoltà nel “farmi notare” e nella pubblicizzazione, quindi non mi stupisco più di tanto se è risultato difficile. Ciò che mi stupisce è “quanto” difficile.

Lo spam per me è fuori questione, perché detesto quello degli altri e funziona come repellente, piuttosto che attrattivo. Ma in qualche modo bisogna pur fare. Perciò ho pubblicato un post su una pagina Facebook di lettori fantasy. Ma dove siano questi lettori ancora non ho capito.

Deve essere vero: troppa gente scrive e nessuno legge.

Comunque, per evitare spam, ho pensato di rivolgermi ai blogger per recensioni o segnalazioni. Risultato? Solo una risposta. Nessuno ha più voglia di recensire o sono stracarichi di lavoro. Cancelli l’elenco dei blogger di cui ti sono piaciute le recensioni e ti trovi con la lista vuota. Un’altra porta sbattuta in faccia.

Su Instagram ho inviato a 20 profili un messaggio per chiedere se andasse loro di dare un’occhiata al mio libro. Sì, va bene, ho peccato di spam, ma abbiate pietà: non so più cosa fare! La bacchettata: due rispose. Bii scusa ho troppo da leggere, ho una pila enorme, e poi... e poi il mio non è gratis (ma 3 euro.. cioè raga, non 33, ma €2,99).

Alternative? Pubblicità a pagamento. Cosa che rimando, perché spendere €300 per guadagnarne €3, mi pare un poco stupido. Motivo per il quale non ho ancora cercato una figura professionale. Forse lo farò, un giorno, se ne varrà la pena.

E a proposito di prezzi e promozioni.

Amazon ti permette di mettere il libro gratis per un massimo di 5 giorni, in cambio vuole la tua anima per tre mesi. Nel senso che ha l’esclusiva e non puoi vendere il tuo libro altrove. 

A cosa serve? A farsi pubblicità, più o meno. Amazon, non so se lo sai, SCHIFA l’ultimo arrivato. Non è che appena pubblichi ti mette in cima alla lista dei: toh leggi subito le novità (sezione che esiste, ma non per te). No, ti mette in fila dietro ai 51,956 libri. Così lontano che manco tu riesci a trovarti!

Allora decidi di scendere a patto con il diavolo e consegni la tua creatura per tre mesi. Ora hai 5 giorni di promozione da usare come ti pare. Appena lo attivi ecco che Amazon ti prende per la manina e ti fa volare lì in cima: tra i 200 in classifica (dei grattiss però).

I gratis sono molto amati dai clienti, quindi più download ottieni, più visibilità ti regala Amazon.

Finita la promozione, l’incantesimo si spezza. Torni a brancolare nell’oblio della classifica e ogni giorno cadi più giù.

Ma intanto tutti quei download saranno pur serviti a qualcosa: a crearti la cerchia di lettori, stelline, pareri, recensioni.

No. Non hai ottenuto un bel niente. Perché l’amara verità è che le cose regalate non hanno alcun valore. Ottieni un libro gratis, leggi due righe, chiudi e dici: tanto non ci ho speso niente. Ciao.

L’amara verità è che alla gente non piace tornare a scrivere una recensione. Cosa che capisco, perché sono la prima a non farle. Acquisto e finisce lì. Non ho messo stelline o il mio parere, ma almeno ho pagato, che già è una cosa ben differente.

Perché un’altra amara verità è che la promozione “libro gratis” non fa guadagnare niente di niente all’autore, né pubblico e neanche soldi (no, manco due centesimi).

Perciò la mia conclusione è che io non metterò più gli eBook gratis. Perché scrivere un libro, revisionarlo, correggerlo da sola e sempre da sola creare la copertina, curare la versione cartacea, modificare l’eBook pubblicato perché ti è saltato all’occhio l’ennesimo errore; e poi disegnare le mappe al pc, e sempre ancora da sola, è un lavoro che ha richiesto l’impiego di 12 ore al giorno per settimane intere. E il valore di questo lavoro è un misero euro (sì €1,00) per ogni eBook acquistato. Beh, meglio un euro che zero.

E i lettori? Amazon ti permette di creare una pagina autore che il pubblico può seguire e quindi ricevere le news. Il problema? Non ho modo di sapere in quanti mi stiano seguendo e non sono certa che ricevano la notifica delle nuove pubblicazione. Questo, sommato all’assenza totale di recensioni o pareri, è una seconda pedata che ti butta nel pozzo nero dell’ignoto.

Tralascio il fattore “odiamo gli esordienti”, perché ci sta. Sono la prima che non riesce a leggere due capitoli e proseguire. Sì, a volte perché mi fanno storcere il naso, altre (quasi sempre) perché “non è nelle mie corde”.

Io non ho scelto il self perché rifiutata dalle case editrici; io non ho neanche provato con le case editrici. Ma questo nessuno può saperlo. Quindi va bene se rimango vittima dei pregiudizi; me la sono un po’ cercata.

E quindi, in conclusione? Beh, a me piace scrivere e il self mi ha motivata tanto. Mi rendo conto che il mio genere non sia molto amato (non è storico, non ci sono maghi e streghe, elfi o gnomi, guerre strategiche, non è un low fantasy) e per tanto, probabilmente, ci vorrà tempo per trovare lettori. 

Ma pazienza. Scrivere è un hobby, il lavoro che mi fa guadagnare, per fortuna, ce l’ho.

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