Ho deciso di modificare la prima versione del libro per svariate ragioni, oltre ovviamente la revisione ordinaria che comunque eseguo periodicamente.
In breve, la modifica centrale riguarda le scene di violenza che, se pur in minima parte, erano presenti. Le scene a cui mi riferisco sono tre: la morte della madre nel prologo (che era primo capitolo), il linguaggio di Ragdad (spesso scurrile), una scena della Divinatrice Osmelia e la scena d’amore (se pur lasciata intuire piuttosto che spiegata). Invece la scena di Sezar (evito spoiler) è rimasta tale e quale per motivi di “trama”.
La riflessione da cui è scaturita l’esigenza del cambiamento è nata in seguito alla stesura del secondo e terzo libro. Racconti nei quali non ho avuto la necessità di creare scene di violenza particolari o linguaggi poco adatti a un pubblico di minori. Questa scelta è stata inconscia, ma ben voluta. Quindi, per mantenere una certa coerenza tra i racconti (facendo parte della stessa collana), ho preferito modificare quelle parti che stonavano tra l’uno e l’altro.
Mi sento in dovere di specificare, tuttavia, che le “violenze” del primo libro avessero comunque il loro perché.
La storia è ambientata sul pianeta Gorengrud, mondo dei Demoni. Se da una parte ci sono gli Angeli, gente che vive sotto rigorose leggi da rispettare, pena la morte; dall’altra parte esistono i Demoni, privi di codici e liberi di scatenare la loro natura.
La cultura di Gorengrud è basata sulla violenza, sulla libertà sessuale, sulla legge “il più forte sopravvive”, il re lo diventa tale se sia stato in grado di sottomettere gli altri... sì, con l’uso della forza.
Questi aspetti non sono stati approfonditi nel libro, perché come prima opera mi sono concentrata sulla storia e i protagonisti, dando solo una sfumatura di ciò che fosse il luogo dell’ambientazione. Tutti aspetti che, fin dal principio, avrei voluto spiegare in seguito, in altri racconti.
Un altro motivo deriva da Ragdad, che non solo è un Immortale potente, ma letteralmente senza cuore, oltre che Demone. Perciò sfumare questi aspetti avrebbe potuto compromettere la sua natura. Se comunque ho preferito smussare il suo linguaggio, ho lasciato intatte le sue azioni, perché avrebbe perso credibilità come personaggio.
Ultima piccola modifica: il primo capitolo è mutato in prologo, in quanto la vera storia parte subito dopo.
Infine, ho eliminato i termini derivanti dal siciliano (come scotolare e scippare). Termini che ho deliberatamente inserito, pensando (ingenuamente) che fossero un’aggiunta allo stile, un omaggio alla mia terra di adozione, ma che invece sono passati per “termini usati fuori dal contesto”.
Se fosse stata una casa editrice a fare una tale scelta, sarebbe stata acclamata, ma l’ho fatto io che non sono nessuno, e per di più self/esordiente, perciò si passa per ignorante, senza chiedere spiegazioni in merito. Su questo ci vorrebbe un dibattito per esaminare la questione: pro o contro dei modi italianizzati derivati dai nostri dialetti (che tutti vantano come patrimonio e da cui l’italiano stesso nacque-volgare).
*cosa che nel blog mi rifiuto di applicare, avendo la libertà di scrivere anche con linguaggio parlato (mio blog, mia scelta).
Insomma ho ripulito il libro anche di questi, ho eliminato la confusione di virgole che mi sono creata senza alcun motivo e corretto qualche ennesimo refuso (una battaglia persa).
Per accertarti che la tua versione sia quella nuova, esamina il testo del copyright nelle prime pagine: seconda edizione 2020 corrisponde al testo nuovo.
Buona lettura!
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